“la mia mission è centrata sul creare prodotti realizzati con ingredienti eccellenti naturali, zero petrolchimica, 100% carbon-free con caratteristiche prestazionali tali da eliminare la dipendenza dalle energie fossili”
Descrive così l’obbiettivo della sua creatura, Daniela Ducato.
Imprenditrice sarda della green economy e titolare assieme a Oscar Ruggeri della Essedì di Guspini, fondatrice in collaborazione con il Tessile Crabolu di Nule, di Edilana.
Premiata dall’assessorato all’ambiente della Regione Sardegna, Legambiente, Ministro dell’ Ambiente e infine nominata ambasciatrice italiana per la Conferenza Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile dell’ Economia, sono questi alcuni dei riconoscimenti che si affollano la bacheca del azienda protagonista al Salone dell’Aereonautica Parigi- Le Buorget 2011.
La base di questo sogno americano, Made in Sardinia? Fibre di lana provenienti da pecora sarda, o meglio i suoi scarti.
Fibre troppo corte per il tessile e ormai destinate all’inceneritore vengono lavorate creando veri e propri tappeti utilizzati per l’edilizia, l’agricoltura il design.
Il “self-made man” di quest’opera, o meglio, la “self-made woman” di questo ambizioso progetto, descrive come un nido di pettirosso, visto con occhi diversi, abbia dato vita a un brevetto con biglietto di sola andata, su un A380 delle Airbus Industries ( rivale dei Boeing 747 per renderci conti delle dimensioni) con direzione Rio De Janeiro.
No finanziamenti pubblici, economia di scambio e sostenibilità a km 0, le idee che affollano la mente di un piccolo, ma brillante gruppo di imprenditori decisi a marchiare l’intera filiera come 100% italiana.
Idee che abbinate alle proprietà semi-ignifughe, battericide, e di assorbitore di sostanze tossiche della lana, non sono sfuggite al gruppo industriale aereonautico SEFIN, creando una struttura avvolgente che installata nei sistemi di pre-condizionamento degli aeromobili permette una riduzione del 20% della CO2 unito a un forte abbattimento della rumorosità.
Eco-design il prossimo obbiettivo, “progettare guardandosi attorno recuperando come ingredienti principali quelli che madre natura ci offre in modo eccellente” una scommessa o un progetto già avviato?
per ora il meccanismo inizia a funzionare alimentato dallo sfruttamento di sottolavorazioni a base di miele di olio d’oliva, erbe infestanti e parti non utilizzabili degli ortaggi.
Lo sfruttamento dei saperi e delle conoscenze della Banca del Tempo potrebbe avere risvolti molto interessanti, in un Futuro con la G maiuscola, virando il colore dell’isola da un nero, economico e sociale, a un brillante Green.
a cura di Alessio Deiana
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