In tanti anni di esperienza nell’insegnamento mi è capitato, tante volte, di sentire lamentele velate da parte di genitori riguardo favoritismi e/o preferenze nei confronti dei compagni dei loro figli che manifestano difficoltà anche se non riconosciute tali dalle istituzioni. E’ ovvio che non sto parlando dei ragazzi o dei bambini che hanno una programmazione differenziata per evidenti disabilità, ma di quelli che hanno comunque delle difficoltà di apprendimento e di rendimento.
In tal senso, sono proprio i genitori degli alunni più capaci che ci vengono a chiedere delucidazioni sui criteri utilizzati per valutare un alunno e quelli che dovremmo utilizzare sono sinteticamente questi: comprendere il testo e i contenuti, utilizzare il linguaggio specifico di ogni disciplina, saper esporre i contenuti attraverso forme di espressione scritta, grafica e naturalmente orale, saper analizzare criticamente la realtà, acquisire capacità logiche, di astrazione, di analisi e di sintesi, sviluppare autonomia di giudizio, etc…
Dico dovremmo perché ogni insegnante, in coscienza, non può valutare allo stesso modo ragazzi che hanno difficoltà differenti per estrazione sociale, per provenienza geografica, per possibilità economiche al pari di altri che hanno avuto il vantaggio di avere sempre i genitori al proprio fianco a sostenerli nelle difficoltà. Nella scuola confluiscono tanti bambini e tanti ragazzi che hanno vissuto esperienze inimmaginabili: maltrattamenti, abusi, malattie congenite, o anche semplicemente problemi legati alla dislessia o iperattività; tutto ciò condiziona pesantemente nel profitto di questi alunni che continuano nel corso della carriera scolastica a subire le frustrazioni per non essere stati all’altezza dei propri compagni, per non avere quella considerazione che gli altri hanno, o il fascino di quelli che non studiano regolarmente, ma che quando ci si mettono sono grado di recuperare il tempo perso.
Quindi se avete un figlio che viene valutato più severamente rispetto ad altri, consolatevi, vuol dire che è un ragazzo o un bambino fortunato!