La salute bussa alla tua porta. Il progetto delle sorelle Demuru.

In un periodo come questo in cui la crisi non vuole finire ed il futuro sembra non riservare alcuna speranza, ci sono giovani, come le sorelle Demuru, di Loceri, che hanno il coraggio di mettersi in gioco e crescere. Abbiamo intervistato Silvana, una delle tre sorelle, che ci ha spiegato il suo nuovo mestiere.

– Ciao Silvana, innanzitutto di cosa ti occupi?

Adesso ho aperto un’azienda in franchising con le mie sorelle:  “FarExpress consegna farmaci a domicilio” (www.farexpress.it) che esiste a livello nazionale. Noi siamo riuscite a portarla anche qui in Sardegna, garantendo la copertura di Cagliari e provincia.

– Prima avevi un lavoro?

Sì sì.Prima lavoravo per un’azienda di fotovoltaico in Ogliastra.

– Cosa ti ha spinto a lasciare  per questa esperienza?

La voglia di crescere, di sfidare la sorte, e senza dubbio un po’ di pazzia. Ho visto tanto in questo progetto, è un servizio che può aiutare tantissime persone sole, tanti anziani che devono spesso trovare qualcuno a cui chiedere questo tipo di favori. Noi diventiamo quel parente, quell’amico che gli aiuta,  e diventiamo un punto di riferimento per loro.

E’ davvero dura iniziare un’ attività al giorno d’oggi,  soprattutto offrire un servizio come questo.  C’è tanta diffidenza, ed è anche giusto così, visto che nei tg non si parla d’altro che di truffe a carico di anziani. La nostra forza arriva maggiormente dai nostri clienti.

– Visto che sei riuscita a trovare tutta questa forza e coraggio nel dare vita al tuo progetto, che consigli daresti ai giovani di oggi?

 Io credo che ogni giovane, come me, prima di tutto debba analizzare e trovare un suo obiettivo, un sogno. Noi giovani dovremmo crescere a livello mentale,  non aver paura di dire il nostro parere o lasciarci trasportare dalla corrente. La crisi c’è non lo metto in dubbio, e io lo sto vivendo tutti i giorni, poiché vedo situazioni davvero difficili nelle famiglie. Credo anche che molti di noi non si siano mai messi realmente a cercare un lavoro, è anche vero che siamo viziati. Siamo sempre pronti a dire: “no io l’orario spezzato non lo faccio” ,”no la sera non voglio finire tardi” ,”non mi voglio alzare alle 5″.

Io ho trovato il coraggio di provarci, non è detto che vada bene, ma ci credo e farò il possibile, insieme alle mie sorelle per andare avanti. Ogni giorno riceviamo curriculum di ragazzi che cercano lavoro. Io penso che noi giovani non dobbiamo arrenderci, siamo il futuro. Se oggi è stata una pessima giornata domani sicuramente andrà meglio. Non bisogna mollare mai.

 

 Andrea Turno 

 

 

 

 

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