Da grande non ho fatto l’astronauta

Questa storia inizia nel 1998. Avevo 10 anni e avevo una bella scelta da fare. Mio nonno, che aveva guadagnato un po’ di soldini approfittando del boom economico e del mattone decise di fare un regalo ai propri nipoti. Appena avremmo compiuto 14 anni ci avrebbe regalato il motorino.

A quell’età del motorino non me ne fregava nulla, perché a 10 anni non hai il problema di come spostarti, non puoi andare a farti un giro da solo e nemmeno allontanarti più di un isolato da casa con i tuoi amici. Così chiesi a mio nonno se potevo avere un computer al posto dell motorino. Non esitò a dirmi di si, sapeva che ad ogni modo gli sarebbe convenuto economicamente, per quanto di soldi ne avesse tanto é sempre stato attento alle occasioni di risparmio. Dopo nemmeno un mese arrivò il computer, dopo due mesi ero un campione di FIFA 99. Era un gioco di Calcio con una grafica pazzesca per il periodo. Ricordo benissimo che ho passato circa 3 mesi dove dormivo al massimo 3 ore a notte perché non riuscivo a smettere di chiedermi come facessero a creare quel gioco. Mia madre mi puní e mi ritirò il gioco.

Vi ho raccontato questa storia perchè é li che é nata la passione, é li che ho smesso di dire che da grande avrei voluto fare l’astronauta. Ho passato il resto delle scuole medie e superiori a studiare qualcosa che non mi piaceva che non mi appassionava, che non mi teneva sveglio. Quando dovetti scegliere in quale scuola superiore andare ci furono forti discussioni con i miei genitori. Volevo andare in un istituto tecnico commerciale con indirizzo informatico, ma i miei dicevano che era una scuola per cialtroni, dove non si faceva nulla e non si imparava nulla. Mi iscrissi al liceo scientifico. I risultati furono davvero scarsi, ma quegl’anni, passati a vivacchiare nella mediocritá mi fecero capire l’importanza di fare qualcosa per cui avessi passione. Anzi che che studiare matematica, biologia, latino etc smontavo il computer e lo rimontavo, navigavo su internet e cercavo di capire come fare un sito web. Allora era davvero difficile, ma non mollavo.

Nel 2007 finite le scuole superiori, non mi iscrissi all’universitá. Andai a Roma a frequentare una scuola di digital design. Quello che volevo, quello che ho sempre voluto.

Sono stati 3 anni bellissimi, lontano da casa e dagli affetti ma ne è valsa la pena. Il mio lavoro ora è fare siti internet, costruirli per gli altri. Non sono sicuramente tra i piú bravi, ma lo faccio con felicitá, senza mai guardare l’orologio. Dormo sereno perché la mattina quando mi sveglio presto non é una fatica, é una gioia perché il mio lavoro mi piace da morire.
Se tutti facessimo della nostra passione il nostro lavoro, sono sicuro sarebbe un mondo migliore, tutti avremmo un lavoro e tutti ci lamenteremo di meno. Chi invece non ha passioni li riconosci perché sembrano degli aspiranti astronauti che aspettano tutta la vita un passaggio per andare su Marte.

Un lavoro che ti piace é come i migliori amici: ti fa stare con i piedi per terra quando sei eccessivamente soddisfatto e ti tira su nei momenti più difficili.

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