Corsi e ricorsi storici, si direbbe. Come quando la tratta Cagliari-Genova (o meglio, Genova-Cagliari) portava in terra sarda Fabrizio De Andrè, uno dei cantautori che più hanno scaldato il cuore degli italiani negli anni della bell’Italia. La storia si ripete, o almeno ci prova. Non si chiama Fabrizio, ma Nicolò, e non è uno dei maggiori esponenti del cantautorato italiano ma si diletta con pianoforte, fisarmonica e, udite udite, con il synth. Già, perchè i tempi sono cambiati, ma la passione e l’ambizione sono ancora due passeggeri del volo Cagliari-Genova.
Abbiamo sentito Nioz, per voi, su Sciradì.
– Ciao Nioz, bentrovato su Sciradì. Come ti racconteresti in 30 secondi?
“Fa molto ‘The Club’ questa domanda (ride, ndr). Comunque mi chiamo Nicolò Nioi, in arte Nioz e nasco a Genova nel 1990. Sono un musicista, dj e producer, anche se quest’ ultimo termine mi sta antipatico perchè ormai lo usano cani e porci. Suono il pianoforte e il synth, nel mio progetto ufficiale “Nioz” faccio trance\trance progressive e infine, ma non in ordine d importanza, suono la fisarmonica nella band “Carovana Folk”.
Ci racconti del progetto ‘Carovana Folk’?
“Il progetto Carovana Folk è una sorta di incontro tra tradizione ed innovazione, nel senso più ampio del termine. Perché il folk non può invadere le dancefloors? Questo è l intento di CF. Cerchiamo di mescolare stili inserendoli in un concetto tradizionale folk. Patchanka è il termine più adatto ma siamo convinti che c è ancora tanto da sperimentare in quest ambito. Il progetto nasce esattamente 10 anni fa da un idea di Andrea Ferrari (frontman e cantante della band) e Alberto Congiu, ormai ex chitarrista e appunto cofondatore del progetto. Attualmente collaboriamo con SP Produzioni che ci fa da booking e management. La band attualmente è composta da: Andrea Ferrari (voce e flauto traverso), Nicolò Nioi (fisarmonica), Massimo Diana (che sta tra il basso e la chitarra. Lui è bassista ma ora suona la chitarra provvisoriamente in attesa di un valido chitarrista che sostituisca il nostro Sberto), Marco Profeti (vecchia fiamma che ritorna al basso – decisione presa da sbronzi – (ride, ndr) dopo un paio d’anni di divorzio dalla band) e Alessandro Brundu alla batteria.”
Come è nata la passione per la musica, i tuoi studi, ecc?
“La mia passione nasce davvero presto grazie a mio padre che sin da prima di nascere metteva le cuffie nel pancione di mamma per farmi ascoltare musica. Non potevo fare altro nella vita! Comincio a strimpellare il pianoforte all’età di 8 anni e da lì da completo autodidatta, quindi niente studi, sviluppo le mie tecniche e mi interesso da solo di tutto ciò che riguarda la musica pratica\teorica. Avrei dovuto fare il conservatorio ma optai per la ragioneria scatenando l’ira del mio insegnante di musica delle scuole medie. Determinanti sono stati i musicisti con cui ho collaborato – alcuni dei veri geni – che mi hanno aperto un mondo. Basta saper ascoltare e confrontarsi, non c è posto per le “primedonne” nella musica, è tutto un crescere e fare esperienza.
Insomma sono cresciuto con le cuffie e lo strumento in braccio.”
L’amore per il tuo strumento?
“L’amore per il mio strumento non l’ho deciso io. Mio padre comprò un pianoforte, schiacciare tasti mi sembrava la cosa più bella del mondo. Anche a livello armonico penso che il pianoforte sia uno dei più completi se non il più completo. Una scelta timbrica più che altro. D’altronde chi non si è mai innamorato di un pianoforte?
In seguito ho imparato a suonare la fisarmonica che è stata una scelta artistica e di suono. Utilizzare un suono di fisarmonica finto da una tastiera ci sembrava offensivo nei confronti del Folk.”
Perché, in un’epoca di globalizzazione, puntare sulla musica identitaria sarda?
“Allora diciamo che con Carovana Folk non facciamo folk strettamente sardo. Magari lo fosse! Il folk sardo è uno dei migliori al mondo per quanto mi riguarda. Come ho già detto è un discorso di folk più ampio, anche una cumbia colombiana o il reggaeton portoricano è folk! Noi il folk lo vediamo nel totale quindi non possiamo fare un discorso di identità strettamente sarda. Sicuramente il folk sardo rientra nel nostro ambito ma può essere un “passu torrau” come anche una ballata irlandese! Nel nostro caso magari mescolate assieme, chi lo sa! Il folk è tutto ciò che riguarda la tradizione di una terra, quindi anche la musica. Altrimenti ci saremo chiamati Carovana Folk Sardo. Ci tenevo a specificare questo aspetto.”
Quali i tuoi progetti futuri?
“Parlare di progetti inteso come collaborazioni nuove è un parolone. Per ora continuo con il mio progetto solista “Nioz” e quello con la band Carovana Folk. A livello di lavori musicali, il mio progetto ufficiale “Nioz” è uscito il 3 luglio 2014 in tutti gli web store, mentre il mio primo EP di stampo trance progressive dal titolo “Shardana” per l’etichetta nostrana Gaya Recording di Matteo Marini è uscito intorno al 5 luglio, come anche il primo singolo ufficiale con videoclip della Carovana Folk dal titolo “Mi Tierra” per SP Produzioni. Ci saranno molte “surprise”!”
Come vedi lo scenario della musica in Sardegna?
“C’è un bello scenario, belle band, bravi musicisti o dj ma mi chiedo: dove sono? Io ne conosco parecchi ma fateli esibire! C’è un bello scenario ma pecca la promozione. Io non so come girano le cose a Sassari o a Olbia se non che c’è un bellissimo movimento per quanto riguarda le band, e la gente è partecipe e interessata alle attività musicali con entusiasmo. Qui abbiamo un sacco di talenti e bravi musicisti ma tendiamo a chiuderci nelle solite cose e nei soliti luoghi comuni a causa del nostro carattere geloso e introverso e molti artisti sono costretti ad andare via perché qua vengono ignorati e “muoiono” lentamente. Poi magari escono fuori, fanno successo e tutti improvvisamente si accorgono che esistono. E’ già successo.
Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, per carità, ma spesso danno spazio alla gente sbagliata togliendo così lo spazio a persone veramente promettenti e con grande potenziale, si va per sentito dire. Insomma qua fai carriera se sei più bravo con la lingua che con l’arte. Mi sono visto passare un sacco di situazioni poco gradevoli davanti per non incazzarmi e far finta di niente. Ho colleghi di Cagliari che suonano in festival a Berlino, chiamati per suonare i loro pezzi e qua al massimo te li ritrovi suonando nelle feste in spiaggia organizzate da loro stessi, in più se ci aggiungi che siamo quattro gatti in Sardegna e non c è posto per tutti, buonanotte. Non è giusto. bisogna svegliarsi, pensare con la propria testa, ascoltare di più e fare meno i vip. Ce l’ho con gli organizzatori se non si era capito, se la qualità è bassa spesso è colpa loro, in più pagano poco e mettono bocca sul tuo lavoro togliendoti creatività.
Purtroppo da 10 anni a questa parte, parlo nel mio ambito, si è creato un nuovo step tra gli artisti da non trascurare, ossia i “dj organizzatori” che si sono mescolati con i “dj artisti”. Sono facili da confondere perché entrambi non mettono musica propria ma ti assicuro che c’è un enorme differenza. Sai cosa succede? Succede che diventano tutti della stessa pasta, anche chi ha qualcosa da dire davvero. Io capisco gli organizzatori quando pagano poco o decidono la playlist al posto del dj, ma è normale se si circondano di incapaci con la lingua lunga. Se posso darvi un consiglio, munitevi di direttore artistico per le vostre serate. Purtroppo e per fortuna il modo migliore per farsi conoscere e autofinanziarsi sono i live!”
Contatti/link/file da ascoltare?
“Questo è il mio EP che è uscito in tutti gli web store, quindi Beatport e iTunes, il 3 di luglio 2014 per Gaya Recording.”
“Questo invece è il mio featuring uscito con il rapper della Blatha Fam, Riky, rilasciato per MacheteTv lo scorso gennaio.”
“Per ora non ho un contatto artista ma penso sia questione di giorni, ora utilizzo il mio profilo personale Facebook a scopo promozionale e per contatti o info, mi trovate digitando semplicemente Nicolò Nioz.”
Ringraziamo Nioz e gli auguriamo un futuro professionale ricco di successi.
Intervista a cura di Nicola Montisci
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