Solidarsport non è un evento ma un vero e proprio percorso didattico, ludico e ricreativo che coinvolge gli alunni delle scuole medie e superiori.
Quella che è andata in onda il 14 aprile al Campo Coni è stata la giornata finale di un percorso di mesi dove gli studenti sono scesi in campo insieme, senza distinzioni, in diverse tappe. Un progetto organizzato dalla Consulta provinciale degli studenti che ha unito sport e solidarietà
Cos’è Solidarsport? Si gioca in squadre miste con la presenza, obbligatoria degli alunni con disabilità. Le scuole mandano la loro adesione nel mese di gennaio/Febbraio, prendono visione del regolamento e iniziano le attività (di solito durante le ore di educazione fisica, ndr). Gli sport praticati sono tre: basket, calcetto e atletica leggera (staffette e percorsi a squadre). La scelta è legata al fatto che le regole delle tre discipline sportive possono essere semplificate e adattate alle esigenze di tutti i partecipanti, anche e soprattutto degli alunni con disabilità, anche con disabilità grave, gravissima e profonda.
“Non credo di peccare di mancata modestia – spiega Carla Atzeni, coordinatrice della Consulta studentesca, il raccordo tra studenti e Ufficio regionale scolastico – quando dico che Solidarsport è unico nel suo genere; infatti è l’unica attività in cui gli studenti “normodotati”, una brutta parola, e con disabilità giocano e partecipano ad armi pari. È una realtà unica, ispirata allo spirito inclusivo è accogliente della scuola italiana. Forse è proprio questo spirito di uguaglianza estrema che ha visto il numero dei partecipanti crescere di anno in anno”.
Solidarsport è nata nel 1996 per volontà di docenti di educazione fisica e sostegno (Tore Serra, Sergio Fadda, Guiido Boero e altri, ndr), negli anni la manifestazione è cresciuta arrivando a contare 600 partecipanti nella giornata finale regionale del 2006. Dal 2006 al 2014 la manifestazione ha avuto un brusco arresto a causa di problematiche organizzative ed economiche.
Nel 2014 la Consulta Studentesca della Provincia di Cagliari, con l’intento di organizzare percorsi di partecipazione rivolti alle scuole ha deciso di ridare vita alla manifestazione. Il successo è arrivato subito e nella giornata finale (organizzata solo a livello provinciale) i partecipanti sono stati 450.
Quest’anno, 2015, i numeri sono cresciuti anche nelle attività intermedie, alle partite di basket e calcetto delle scuole medie hanno partecipato circa 14 scuole con 150 studenti, le superiori hanno partecipato con 17 scuole e 200 studenti. La giornata finale ha visto 30 scuole (medie e superiori) e 800 studenti.
Obiettivi? Che Solidarsport, spiega Carla Atzeni, “diventasse patrimonio di tutte le scuole, superando il livello provinciale e raggiungere tutta le regione. Ma il sogno più grande sarebbe quello di vedere Solidarsport sostenuta dalle istituzioni, dagli enti locali, dai comuni e dalla Regione, ci piacerebbe che diventasse un appuntamento annuale, patrimonio della nostra cultura scolastica, ci piacerebbe un accordo con l’Università per coinvolgere i futuri insegnanti e dimostrare che l’inclusione è possibile”
Economicamente è una manifestazione che costa molto poco, quest’anno i costi non hanno superato i 1200 euro. La componente fondamentale per la buona riuscita del percorso non sono i soldi ma l’impegno degli studenti. La Consulta degli Studenti è in grado di fornire impegno e supporto organizzativo, per il resto potremo essere generosi sino a quando le nostre risorse lo permettono.