Facciamo cose con… Tony Hadley

Di Paula Pitzalis

Tony Hadley farà cose a Cagliari il 5 settembre. In attesa del concerto una bella chiacchierata con la nostra Paula in relazione alla sua arte e al suo impegno nella vita sociale.

Bellissima anima e persona è sempre un grande piacere che chi porta avanti l’arte, con amore e fiducia nelle nuove visioni di vita, poter dialogare e comunicare attraverso le interviste l’energia positiva che i grandi artisti sanno trasmettere.

Accompagnato dalla FABOLOUS BAND, TONY HADLEY sarà all’Arena in Fiera alle ore 21.00 a cura dell’organizzazione LA VIA DEL COLLEGIO.

Nell’ambito della rassegna LA MUSICA CHE GIRA INTORNO feat. KE GUSTO JEZZ sarà l’occasione per ascoltare una delle più belle voci di questi decenni che hanno conquistato nel panorama internazionale e nell’ambito del swing, soul, rock e pop, il pubblico planetario.  

Tony quando come e perché si è avvicinato all’arte della musica e della canzone?

Mi sono avvicinato alla musica sin da giovane, influenzato dai classici dello swing e del jazz che i miei genitori ascoltavano a casa. Cantavo nel coro della scuola e in chiesa. Poi nella pre adolescenza sono stato folgorato da artisti come David Bowie e i Queen. Ho iniziato a frequentare una scuola di canto in cui insegnavano il Bel Canto e la mia insegnante ha capito che avevo delle grandi potenzialità. È stata lei a insegnarmi come mantenere la mia voce uguale e potente a distanza di anni.

 

Che senso ha per lei la musica? E cosa è l’arte per lei? 

La musica è un mezzo potentissimo per esprimere emozioni, raccontare storie e connettersi con gli altri. Per me, la musica è una forma d’arte che ha il potere di trasformare e unire le persone. Penso ad esempio a Trough The Barricades, una canzone che parla dell’amore travagliato di Romeo e Giulietta, ma che nel tempo ha assunto un significato diverso, restando attuale.

 

Lei ha lavorato e collaborato con grandi artisti chi in particolare le ha trasmesso un qualcosa e cosa reciprocamente vi siete trasmessi?

Ho avuto la fortuna di conoscere molti personaggi nella mia carriera. Non ci ho collaborato direttamente ma ho avuto modo di conoscere e apprezzare Freddy Mercury, una persona magnifica e, nel mio concerto, faccio una cover dei Queen proprio per omaggiarlo. In Italia si è parlato molto della rivalità con i Duran Duran che è stata inventata dai fan e dai media perché in realtà con Simon Le Bon siamo molto amici, tutt’oggi ci vediamo nei pub. Io sono un grande fan dei Duran Duran e, quando Simon ha fatto i cori nella mia cover di “Save A Prayer”, per me è stato bellissimo. E poi ho avuto la fortuna di collaborare con tanti artisti italiani di spessore come Caparezza, Arisa ed Elio E Le Storie Tese, una band di persone folli che adoro. Quando lavoro con loro mi sembra di lavorare con i Monty Python! 

Lei è sensibile ai ragazzi con disagi e diversamente abili sostenendo attivamente il progetto benefico “Gli Angeli”. Pensa che l’arte può aiutare a salvare il mondo?

Credo fermamente che l’arte abbia un potere immenso nel migliorare la vita delle persone e nel sensibilizzare su cause importanti. Nel 2019 ho avuto l’onore di ricevere un MBE nella Queen’s New Year’s Honours List per il mio lavoro benefico nei confronti di Shooting Star Children’s Hospice. Qui in Italia ho anche fatto parte, con Faso, di un bellissimo progetto, chiamato Progetto Giovani, dedicato ai giovani pazienti dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Ho cantato con questi ragazzi una canzone scritta da loro, “I Was only Sixteen” ed è sataun’esperienza molto toccante.
L’arte non salverà il mondo da sola, ma può certamente ispirare cambiamenti positivi e aiutare le persone a connettersi a un livello più profondo, comprendendo meglio le difficoltà degli altri. 

C’è un sogno di Tony Hadley? Se si lo può condividere con noi?

Non ho mai fatto un film a Hollywood, non mi sono mai buttato in caduta libera, sono stato molte volte nelle città americane più importanti ma non ho mai davvero esplorato gli Stati Uniti… Ci sono molte cose ancora da fare, quella che vorrei di più è trascorrere più tempo con la mia famiglia. Io non mi guardo mai indietro, non guardo mai vecchi video, non ascolto i miei vecchi dischi. Guardo al futuro, quindi le cose da fare ancora ci sono sempre.

Un’ultima domanda che sempre porgo agli artisti che intervisto. Giungono gli extraterrestri Come e in che modo comunicherebbe Tony Hadley?

Credo che la musica sarebbe un linguaggio universale perfetto per comunicare perché trascende le barriere linguistiche e culturali, ed è capace di esprimere emozioni e concetti che vanno oltre le parole.

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