Maestrale Art Festival: arte e creatività alle Cantine Anthigori

Che bella sorpresa! Siamo arrivati quasi per caso dalle parti delle Cantine Anthigori, che già conoscevamo vicino a Capoterra, e ci siamo sorpresi che bellissime iniziative rendano l’altre alla portata di tutti.

Maestrale Art Festival, alla sua prime edizione, ha trasformato per due giorni (21 e 22 dicembre) gli spazi della Cantina in un centro di arte contemporanea e creatività. Non è poco, conoscendo le difficoltà e la nostra terra che con la cultura ha un rapporto complesso.

Il risultato? Un pubblico eterogeneo, soprattutto giovane, curioso e attento, richiamato anche dalle presenza di opere firmate da artisti come Marina Abramović, David LaChapelle, TvBoy, Kaws, Andy Warhol, Mr. Brainwash e Obey.

Tra foto, installazioni e opere, il festival ha però voluto puntare l’attenzione sui talenti locali della Associazione Maestrale di Poggio dei Pini, offrendo uno spazio di rilievo a una selezione di artisti che hanno presentato le loro opere accanto a quelle dei grandi maestri.  Questa scelta ha dato vita a un dialogo tra linguaggi artistici diversi, in cui esperienza  e nuove visioni si sono intrecciate e hanno reso il reso il percorso vivo e ricco, anche per la degustazione dei vini Anthigori (come non accennare anche a questo aspetto?)

Hanno esposto Michele Cara, nato a Cagliari nel 1995. Michele ha scoperto fin da giovane la passione per l’arte, che lo ha portato a frequentare il Liceo Artistico “Foiso Fois” e successivamente l’Accademia di Belle Arti di Sassari, dove si è laureato in Grafica d’Arte e Progettazione. La sua pittura a olio si distingue per l’equilibrio tra tradizione e innovazione, un linguaggio che affonda le radici nelle tecniche classiche ma che si apre a una narrazione intima e personale. Ogni opera diventa il riflesso di un dialogo interiore tra emozione e immagine, in cui colori e forme rievocano sensazioni autentiche e universali.

Accanto a Michele, anche Matteo Sabino, classe 1988, ha portato in mostra una serie di lavori figurativi che esplorano temi come la nostalgia, la solitudine e la fragilità umana. La sua pittura si distingue per atmosfere sospese, quasi oniriche, che evocano limbi emotivi tra sogno e realtà. Sabino non cerca la narrazione lineare ma punta a trasmettere sentimenti profondi, lasciando che l’osservatore si perda in uno spazio dove bellezza e malinconia convivono in armonia.

La pittura astratta e materica di Roberto Meloni ha offerto uno spunto di riflessione sulla sperimentazione artistica. Autodidatta, Meloni lavora con una varietà di materiali – dalle resine ai velluti, dalle argille locali ai colori ad olio – per creare opere che fondono forme, luci e ombre in composizioni vibranti e dal forte impatto visivo. La continua ricerca di nuove tecniche lo porta a reinterpretare la realtà con una sensibilità estetica che sfida le convenzioni e invita a esplorare mondi interiori.

L’arte digitale ha trovato voce attraverso l’eccentrico Differentlopol, che di nome fa Lorenzo Polese, che ha presentato una serie di opere astratte realizzate interamente con il suo iPhone. Le sue creazioni nascono dall’immediatezza di un’idea che si trasforma in immagine, dando vita a composizioni in cui linee e colori si intrecciano in modo spontaneo. Differentlopol descrive il suo processo creativo come un’intersezione tra emozione e tecnologia, un linguaggio visivo in continua evoluzione che riflette stati d’animo e istanti fugaci.

Bibi Elle, artista e fotografa, che nella vita reale è la famosa dj Marascia, ha portato in mostra una serie di lavori che esplorano il rapporto tra musica, memoria ed espressione visiva. La sua esperienza nel mondo del clubbing e della produzione musicale si riflette nelle sue opere, dove il passato e il presente si mescolano attraverso immagini che evocano atmosfere intime e suggestive. La fotografia per Bibi è uno strumento di trasformazione, un mezzo per raccontare la propria evoluzione personale e dare voce a emozioni che trovano spazio tra luci e ombre.

Infine Michelle Pisapia, pittrice astratta originaria di Toronto ma residente da anni in Sardegna, ha tratto ispirazione dalla natura dell’isola per dare vita a una serie di dipinti in cui il colore diventa il protagonista assoluto. Attraverso pennellate audaci e giochi di equilibrio tra ordine e caos, Michelle esplora la bellezza delle coste, delle formazioni rocciose e della flora mediterranea, restituendo sulla tela l’energia e il movimento del paesaggio sardo.

Sì, non lo abbiamo scordato. La presenza del critico d’arte Vittorio Sgarbi ha attirato ancora di più le persone all’evento, ma diamo atto prima di tutto agli artisti che sia merito loro, possiamo? 

Oltre alle esposizioni, il festival ha visto esibirsi i musicisti Nicola Agus ed Eduardo Sanna, che hanno accompagnato con le loro composizioni i momenti di visita, in armonia con le opere esposte. C’era anche Filippo Martinez che ha dialogato con uno Sgarbi visibilmente provato – e non possiamo che dispiacerci – ma comunque disponibile per battute e foto.

Il Maestrale Art Festival è stato un bel momento di incontro tra artisti emergenti e affermati, offrendo al pubblico l’opportunità di esplorare l’arte in tutte le sue forme e anche di conoscere la cantina Anthigori.

Chissà che non ci siano altre date in arrivo…

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