Intervista a Federica Meloni, pioneria del cheerleading in Sardegna
Da alcuni anni in Sardegna c’è una vera e propria squadra di cheerleaders che coltivano questa che è più che una passione.
La storia del cheerleading è strettamente legata alla storia dello sport negli Stati Uniti, principalmente per via dello sviluppo storico della partecipazione della folla a molti eventi sportivi. Il primo ambiente sportivo ideale per porre le basi per il Cheerleading fu, nel 1869, l’Università di Princeton, tuttavia si dice che le prime manifestazioni di cheerleading vi furono nel 1880, con gli studenti che iniziarono ad urlare dagli spalti per incitare la propria squadra.
Il 2 novembre 1898 viene segnalato come giorno della nascita del cheerleading organizzato, quando cioè lo studente Johnny Campbell diresse il tifo del pubblico dell’Università di Minneapolis durante l’ultima partita della stagione contro la scuola rivale dell’Università Northwestern dalla zona di Chicago. Campell con altri cinque ragazzi formarono la prima squadra di Cheerleading e con l’andare del tempo, sulla base del successo del suo creatore, il cheerleading ha continuato a crescere e svilupparsi come sport dotato di tecniche sempre pù avanzate e perfezionate.
Così le squadre di cheerleading, composte da soli uomini, stavano a bordo campo per incitare il pubblico del football americano ma con l’andare del tempo anche del basket.
Inizialmente ciò che i cheerleaders dovevano fare era il semplice tifo, poi negli anni seguenti, anche con l’ingresso delle donne alla partecipazione a questo sport, sono stati inseriti gli elementi di danza, di ginnastica e l’uso dei cartelli durante il tifo a bordo campo, tecnicamanete chiamate “sidelines”.
Il 1956 è un anno molto importante perchè vennero utilizzati per la prima volta i Pom Poms ed inoltre si decise di separare il cheerleading in due categorie : la Cheerdance, dove non si effettuavano gli elementi di stunt e ginnastica ma solo elementi dance, ed il Cheerleading che racchiudeva le routine complete con tutti e cinque gli elementi fondamentali che oggi conosciamo.
Da quasi tre anni invece il cheerleading si è sviluppato anche in Italia, con ben due Campionati Nazionali ai quali hanno partecipato oltre 80 team italiani ed un Campionato Europeo tenutosi a Riccione il 1 Luglio del 2012. Anche nel 2013 l’Italia è stata scelta come paese ospitante dell’evento.
Ed è arrivato anche in Sardegna, grazie a Federica Meloni, studentessa ventenne, che ha iniziato a coltivare la passione e a aggregare altre giovani appassionate.
“L’idea, come dico sempre, è nata dal nulla, quasi per gioco” spiega. “Ho conosciuto dei giocatori di football americano siciliani, poi son entrata nel mondo del football regionale ed alcuni giocatori dei Crusaders Cagliari mi han proposto di creare la squadra di Cheerleading. Io con altre otto ragazze abbiamo così iniziato ad allenarci a Monteclaro ed abbiamo iniziato ad appassionarci a questo sport. Ho frequentato così i corsi tenuti a Salsomaggiore dalla Federazione Italiana Cheerleading per diventare Coach Federale ed attualmente ho il brevetto per Coach di 4 livello, quello più alto fino ad ora. Se debbo essere sincera, quando vedevo le cheerleaders nei film americani, non ho mai pensato di voler diventare una di loro, poi però conoscendo ragazze di tutta Italia che praticavano gia il cheerleading, mi hanno trasmesso tutto l’amore che loro avevano per questo sport. Ora come ora, non so come fare senza il cheerleading, senza la mia squadra e senza tutto cio che ruota intorno a noi”.
– Qual è il tuo ruolo nel gruppo?
Sono la coach, ovvero dell’allenatrice. Mi occupo di preparare gli allenamenti, le routine con i cori per il tifo, arm motion, cheer dance e piramidi, tutto quello che un allenatore di ogni altro sport fa. Ma non mi limito solo a questo.Infatti sono anche un’atleta della squadra a tutti gli effetti quindi mi alleno assieme ai miei ragazzi seppur a volte debba mettere da parte il mio lato da atleta e dedicarmi a loro.
Oltre tutto questo, avendo creato io l’associazione sportiva, faccio anche parte della dirigenza della squadra, occupandomi dell’organizzazione degli eventi, sponsor ed i contatti con le altre squadre.
– Attualmente quali sono le attività in cui siete impegnate?
La squadra da settembre è in pieno rinnovamento ed in preparazione per i Campionati Nazionali di Cheerleading del prossimo marzo che si terrano a Cervia. Questa sarebbe la nostra seconda partecipazione quindi, puntiamo più in alto rispetto all’anno scorso! Dall’inizio del campionato seguiamo il Cagliari Calcio a 5 e gli Amatori Rugby Capoterra, ovviamente partecipiamo anche ad altri eventi e manifestazioni in cui chiedono la nostra presenza come per il Turisport di Ottobre, o ancora la Maratona di Uta o per sabato prossimo con il Memorial dei Crusaders Cagliari di football americano.
Oltre questo io personalmente, mi sto muovendo con la Federazione Regionale per trasmettere il Cheerleading in tutta la Regione, non solo a Cagliari. Sarebbe bello creare nuove squadre in tutta la Sardegna, ed essendo io Tecnico Federale, mi sto impegnando con vari progetti.
– Immaginiamo non siano mancati episodi curiosi…
Scene curiose ce ne sono molte, come quando ci siamo esibiti per la Nazionale di Calcio a 5 a Carbonia ed a fine partita molti ragazzi del pubblico preferivano fare le foto con noi piuttosto che con campioni come Vampeta o Lima. Oppure, scene durante gli allenamenti, quando cadiamo dalle piramidi, o quando sbagliamo alle esibizioni scoppiamo a ridere durante le esibizioni. Si tratta di scene curiose anche quando le persone che hanno da ridire su di noi e ci criticano stando, lo fanno dietro un computer oppure in mezzo alla folla, per poi nascondersi dietro le loro stesse parole. Purtroppo c’è ancora una mentalità chiusa, soprattutto in Sardegna ma noi stiamo cercando di mostrare che il Cheerleading non è cio che vedono nei film, ma uno sport a tutti gli effetti.
– Seguite il modello Usa o vi differenziate? Se sì, come?
No, noi seguiamo il modello e l’esempio che mi hanno dato le coach federali durante i corsi. Se si parla di differenze rispetto alle cheerleaders americane ce ne sono molte. Prima di tutto, bisogna suddividere anche le Cheerleaders che ci sono in America, ovvero squadre di cheerleaders aatlete, che partecipano ai campionati nazionali ed internazionali, e le squadre di cheerleading delle squadre professioniste di football o basket, dove le atlete devono essere tutte e sole ragazze, per lo più bellissime. Sono due belle differenze perchè le prime hanno allenamenti duri di atletica, ginnastica, stunt ecc ecc, invece le seconde sono per lo più coloro che rappresentano l’immagine delle squadre di football. Noi, possiamo avvicinarci, seppur lontanamente, alle prime. Ovviamente loro iniziano questo sport fin da piccole, quindi non ci possiamo mettere a confronto con le squadre americane. E’ come se una squadra di calcio americana, si mettesse a confronto con la nostra Juve o il Milan. Ovviamente il livello è differente.
– Ed ora, nel cassetto: il futuro e i progetti delle Cheers?
Per quanto riguarda la Federazione regionale, ci sono alcuni progetti, come quello di cui parlavo prima, di aprire altre squadre in tutta la Sardegna. Partiranno dei corsi nelle scuole, come per altri sport che gia son ben inseriti nel territorio.
Un progetto della squadra è quello di migliorare, giorno dopo giorno e di arrivare ai Campionati Nazionali competitivi per rappresentare la nostra regione. Ma soprattutto, quello di arrivare ai Campionati Europei del prossimo giugno a Riccione.
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