Vi siete mai chiesti che cosa si nasconde dentro l’Area 51? Gli alieni esistono per davvero? Beh, potete tentare di oltrepassare i confini della base militare più segreta al mondo, e rischiare oltre 1000 dollari di multa o 6 mesi di galera, oppure vi basterà recarvi a Cagliari e passare 1 ora di puro divertimento da Alcatraz Escape Room.
Oggi andiamo alla scoperta di un originale gioco che vede la sua diffusione in oriente nei primi anni 2000, e lo facciamo con Elisabetta Lampis e Alessio Cocco, che da qualche anno mandano avanti questa particolare attività.
– Come possiamo spiegare il fenomeno escaperoom a chi non lo conosce?
“Noi abbiamo la tendenza a descriverla come un’ambientazione cinematografica dove viene inserita una squadra di giocatori che avranno a che fare con tutto ciò che li circonda, ci sarà un obiettivo da portare a termine e per farlo dovranno risolvere gli enigmi misti a trabocchetti, passaggi segreti, e vari ostacoli prima di arrivare alla fine del gioco che nella maniera più tradizionale presuppone la scoperta di una chiave. Negli anni possiamo dire che il gioco si è evoluto, e solitamente l’obiettivo è diventatato quello di trovare un oggetto in particolare, o quello di risolvere un caso.”
– Quando e come nasce l’idea di aprire Alcatraz escape room?
“L’idea nasce dopo aver giocato delle escaperoom, cogliendo anche il fattore novità ci siamo sentiti in grado di poter riprodurre una scenografia in quella che è stata la nostra sede iniziale a San Sperate nel 2017, e successivamente nel 2018 a Cagliari nelle due sedi di Via Sonnino e Via Orlando.”
– Quali sono i servizi che offrite?
“Noi offriamo esclusivamente il servizio escape room, e la particolarità è proprio quella di vivere un’esperienza in prima persona piuttosto che in modalità virtuale, sentendosi il protagonista di un’avventura intrigante, potremo definirla l’evoluzione dei videogiochi o di un film al cinema.”
Quali sono stati i temi delle vostre room fino ad oggi?
– Qual è la room più giocata?
“Vari. Abbiamo iniziato con una delle room classiche a tema investigativo, si chiama ScaryOffice ed è ancora oggi attiva, una particolarità che abbiamo portato per primi in Sardegna è la presenza di un attore all’interno del gioco. Tra le altre room abbiamo Dracula, Stranger Room, Area 51, e Fuga da Alcatraz, abbiamo avuto anche le room a tema Alice in Wonderland, e Ghostbusters chiuse di recente.” La più giocata sicuramente rimane Alice in Wonderland, è stato un bel modo per introdurre anche i più giovani nelle escaperoom, infatti ad oggi la maggioranza dei giocatori appartiene alla fascia d’età 13-25, e Alice in Wonderland ha dato la possibilità di giocare anche ai bambini dagli 8 anni in su con la presenza di adulti.”
– Com’è cambiata l’attività nel periodo di lockdown?
“C’è stato un brusco calo delle prenotazioni poiché come sappiamo inizialmente è stato fatto un po’ di terrorismo mediatico, e le persone anche se si giocava in un ambiente sicuro non erano molto convinte, bastava anche solo una persona di una squadra che non se la sentiva di presenziare e la partita saltava. C’è da sottolineare nonostante tutto che siamo rientrati tra quelle attività che hanno avuto la possibilità di andare avanti.”
– Qualche aneddoto o curiosità particolare che potete raccontare?
“Ti possiamo dire che è capitato di vedere dei giocatori che hanno fatto finta di non essere mai venuti a giocare una room, ma noi ricordavamo benissimo le loro facce, magari tornavano con una futura fidanzata e per conquistarla volevano fare bella figura risolvendo tutti gli enigmi velocemente. Un aspetto divertente di questo lavoro è sicuramente vedere le persone giocare, che hanno la parvenza di essere osservati solo nei primi 5 minuti, poi si dimenticano che ci sono telecamere e microfoni e si lasciano andare, e lì si scoprono i veri aspetti caratteriali, i punti di forza e di debolezza dei giocatori.”
– A Cagliari ci sono altre attività di questo tipo, perché le persone dovrebbero scegliere voi?
“Disponiamo di un ampio catalogo di room, e poi anche perché le recensioni parlano chiaro, ci riconoscono come quelli che riescono a creare delle scenografie molto dettagliate. Il nostro obiettivo quando costruiamo una room è quello di creare delle stanze diverse da quelle che una persona potrebbe trovare nella normalità. Oltretutto in Sardegna siamo la prima azienda escape room, questo perché inizialmente eravamo un’associazione, quando poi le cose si sono fatte un po’ più serie abbiamo deciso di renderlo un vero e proprio lavoro, perché di questo si tratta.”
– Quali sono i progetti per il futuro?
“Sicuramente aprirne altre, magari anche fare delle “experience” ovvero delle esperienze sviluppate in ambienti molto più grandi che durano pochissimo tempo ma comunque con una durata maggiore delle escape room di 1 ora, con una presenza maggiore anche degli attori. Un altro obiettivo che ci siamo posti che purtroppo è stato bloccato dalla pandemia era quello di espandere la nostra attività anche in altre regioni d’Italia.”
– Uno spoiler sulla room che state allestendo a tema Scuola di magia?
“Questa room come tutte le altre sarà scenograficamente molto dettagliata, chiaramente cercheremo di mettere degli elementi che balzano subito alla mente come i famosi quadri parlanti, e poi chiaramente effetti speciali che possano renderla un’esperienza magica, oltre non possiamo dire.”
– Un consiglio per chi vuole intraprendere questa attività?
“Non prenderla come un gioco, poiché si tratta di un lavoro a tutti gli effetti e anche molto impegnativo, va curato sotto tutti i punti di vista, non si tratta semplicemente di creare delle scenografie, ma di curare il marketing, l’interfaccia, e l’accoglienza con il cliente. Bisogna indubbiamente giocare tante escaperoom per rendersi conto di quello che offre il mercato, senza andare a sbagliare il tema o la zona in cui viene aperta un’attività di questo tipo.”
Michele Porcu