Sant’Efisio è tornato qualche giorno fa nella chiesetta di Stampace. Ci rimangono nella mente i colori e le sensazioni della sagra che ogni anno tocca il cuore di tanti sardi e turisti. E il grande lavoro di tanti, tra cui l’artista Mara Damiani che, sempre sensibile al territorio e alle sue tradizioni, ha curato il marchio del Cammino del Santo.
Pubblichiamo il suo post su Facebook:
BIANCO come purezza legato alla Vergine Maria NERO come colore-non colore da cui tutto si genera e rinasce ORO come eleganza e sacralità ROSSO come passione e dedizione
“Ci tengo particolarmente a raccontarvi come è nato il marchio perché un logo dedicato a un cammino religioso porta con sé una responsabilità tale che nulla è scontato o lasciato al caso dell’improvvisazione creativa”
La progettazione di un marchio è di per sé un percorso spesso lungo e tortuoso, fatto di studio, conoscenza, impegno e passione. È anche questo un Cammino che, alla fine, porta al prodotto concluso che è sintesi perfetta di tutta la ricerca.
La progettazione è partita dallo studio della storia ma soprattutto dei simboli che appartengono all’immaginario collettivo legati al simulacro. Una storia che parte da lontano, oltre 350 anni di devozione, fede, tradizione, di cammino tra le due chiese gemelle di Stampace e Nora.
Il marchio è costituito da un pittogramma che parte da una forma circolare con otto elementi perimetrali:la corona che Sant’Efisio indossa durante la processione del Primo Maggio, le due chiese, il carcere e il martirio, la partenza da Cagliari e l’arrivo a Nora.
Al centro ecco il nono elemento: il pendente/rosario che indossa durante la processione con un rosone formato da otto raggi, a richiamare il sole e rappresentare la luce.
Vi ringrazio per avermi scritto, ringrazio i giornalisti Tv e delle testate online, ringrazio per la presentazione a Palazzo Regio, una vera emozione con un riscontro positivo da parte di tutti i sindaci dei comuni coinvolti nel Cammino (Cagliari, Capoterra, Villa San Pietro, Pula), l’Arciconfraternita del Gonfalone di Stampace che si prende cura tutto l’anno del simulacro.
Per me, cagliaritana, era indispensabile creare un marchio con una forte valenza identitaria dove ognuno di loro e anche i cittadini stessi potessero riconoscersi.