Poliamore, tra segreti, crastulo e pratiche, che succede a Cagliari?

Lo so, lo aspettavate. Facendocose è anche amore. E’ fare cose per amore.

Siamo partiti da una domanda: La monogamia è ancora attuale in un mondo in rapida evoluzione? È un’inclinazione innata in noi o una costruzione sociale? E come interpretiamo sentimenti come la gelosia e il tradimento? E a Cagliari che succede?

Uno sguardo ai dati di Eurostat rivela che, in Italia, il matrimonio – considerato da molti come il simbolo della monogamia – ha visto un calo progressivo nel numero di celebrazioni dal 1960 al 2018, passando da circa 388.000 a 196.000 unioni all’anno. Sebbene vi sia stato un improvviso incremento nelle celebrazioni matrimoniali, causato dalla pausa forzata durante la pandemia, la tendenza generale sembra sottolineare un cambiamento nei paradigmi relazionali.

In parallelo, si è manifestato un crescente interesse verso forme di relazioni alternative. La discussione su tali tematiche è diventata sempre più mainstream, portando alla luce diverse sfaccettature delle relazioni umane. In questo contesto, abbiamo coinvolto sei individui, rappresentanti sia della monogamia sia delle non-monogamie etiche, per esplorare pro e contro dell’idea tradizionale di coppia e per riflettere sul presente e sul futuro delle nostre connessioni affettive.

E Cagliari? con le sue vie e piazze , con il cosiddetto crastulo che colpisce e non perdona, cerca di nascondere temi e chiacchierate così. Eppue si parla.

In un caffè del centro (non chiedeteci in nome!) noi di Facendocose abbiamo incontrato Sabrina, Valentina e Luca, tre giovani cagliaritani di 22, 33 e 28 anni che hanno condiviso con noi le loro riflessioni sulla monogamia e il poliamore.

Da una chiacchierata lunga, abbiamo estratto tre pensieri che ovviamente solo sono tre punti di vista di tre persone, ma forse aiutano a capire qualcosa.

Marta, con i suoi capelli mossi dal vento: “Per me, la monogamia è una scelta, non un obbligo. Ho sempre sentito che la mia libertà di esplorare connessioni diverse non dovrebbe essere limitata da norme sociali. Il poliamore mi permette di vivere relazioni più autentiche e consapevoli”.

Valentina, che sorseggia un caffè mentre gioca con un braccialetto al polso, riflette: “Ho sempre praticato la monogamia, ma ammiro chi ha il coraggio di esplorare il poliamore. Ci vuole una grande maturità emotiva per gestire più relazioni contemporaneamente. Per ora, preferisco la sicurezza e la stabilità di una relazione monogama, ma chissà, magari un giorno cambierò idea.”

Luca, con uno sguardo divertito, interviene: “Il poliamore non è per tutti, e non è nemmeno per me. Ma non lo critico. Credo che ognuno debba trovare il proprio equilibrio e ciò che lo rende felice. Per me, la monogamia rappresenta un impegno profondo verso una sola persona, ed è lì che trovo la mia soddisfazione.”

Ci scrivono su instagram: “Io non è che lo pratico, che non è esattamente una “pratica”, è più una modalità relazionale, io sono proprio poliamorosa. A Cagliari boh, magari con la vostra indagine sarete più fortunati, io ho provato a creare un gruppo e a fare dei poliaperitivi per incontrarci e per dare supporto alle persone che stanno scoprendo da poco questa modalità, ma non siamo andati molto lontano…”

Quanto è variegato e complesso il tessuto delle relazioni umane nella società contemporanea e quanto a Cagliari sia un luogo dove è difficile parlarne? Loro non hanno naturalmente voluto indicarci cognomi o altri riferimenti!

Il timore di abbracciare il poliamore, per molti, ha radici profonde. La preoccupazione di essere giudicati, la paura di affrontare la gelosia in modo diverso, o semplicemente la sfida di navigare in acque sconosciute possono frenare la scoperta di queste nuove dinamiche. Tuttavia, ciò che emerge dalle conversazioni è un desiderio di comprensione, di accettazione e di autenticità nelle relazioni.

Mentre il mondo si evolve e si adatta, così fanno le nostre idee e aspettative sulle relazioni. Anche a Cagliari, anche se lo neghiamo. Che si tratti di monogamia o poliamore, l’importante è trovare ciò che è coerente il nostro vero io e perseguire relazioni autentiche e soddisfacenti. Ma attenti, il cagliaritano ascolta e….crastula!

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Una risposta

  1. L’ultima frase dell’articolo è terrificante…”Ma attenti, il cagliaritano ascolta e….crastula!” Attenti a cosa? Non dovremmo scrivere di questi argomenti proprio per eliminare lo stigma su ciò che non si conosce invece che sottolineare e dare per buono che chiunque possa chiacchierare delle relazioni altrui? Mi spiace ma trovo questo articolo scritto davvero male, poteva essere un buono spunto di riflessione ma ahimè è proprio di cattivo gusto.

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