E’ ormai finito l’anno accademico 2012/2013, ricco di sorprese, tagli e smisurati aumenti del costo della vita (dello studente fuorisede).Regolamenti universitari privi di logica ( se non quella del profitto), programmazione didattica lasciata nelle mani dei più svogliati ed enorme assenza di strutture adeguate la fanno da padrona.Chi di voi si è ritrovato senza la sorpresa extra il 2 maggio, termine ultimo per pagare le ben amate tasse univesitarie?
Bene se siete tra questi, pochi, fortunati, complimenti avete il merito di aver studiato, ma non pensate che finiscà così, ringraziate anche la commissione che ha stillato il vostro corso di studi, dandovi la possibilità di raggiungere la media di CFU “pari a quella conseguita dai colleghi del medesimo corso di laurea con il medesimo anno di iscrizione e la stessa tipologia di impegno”senza contare che magari il vostro professore aveva voglia di piazzare due appelli in tutta la sessione di esami, applicando, per invogliare lo studio, il salto d’ appello ( forse pratica alla stregua del codice rosso?), o la bocciatura senza nemmeno essersi seduti, che ricordiamo per i non addetti ai lavori, moda diffusa risalente a qualche stagione fa (non più di qualche mese) fra alcuni rinomati professori, diventata poi fonte di leggende cagliaritane, inflazionate nella maggior parte degli “university’s tales”.
Ma nonostante tutto questo, la domanda sorge spontanea, perchè nessuno si è opposto alla creazione di questa tassa illegittima? ( ricordiamo che non è possibile giustificare la tassa “come utile per invogliare lo studio” in quanto porta solo alla creazione di una conoscenza breve e superficiale delle materie, per poter accapparrare più cfu possibili). Perchè se è stata approvato tale provvedimento, vuol dire che nessuno si è opposto, o che la maggioranza ( dubito visto l’ alta percentuale di scontenti) era d’ accordo. Inutile manifestare o occupare le aule, infatti intanto che Noi scendiamo in piazza, Loro comodamente seduti decidono e mettono in atto tali misure. Sperando di muovere il pensiero di molti e dei loro rappresentanti, per non vivere di solo “panem et circenses”.
a cura di Alessio Deiana (@aastrikereport)