Il bello e brutto di internet

L’internet, dalla sua esistenza sinonimo di innovazione, di gioventù, di idee e di grossi progetti.

Potenzialmente l’arma più forte che i popoli potrebbero usare per emergere dall’ignoranza, dall’isolamento e dalle controversie. Con esso potresti viaggiare senza muoverti da casa, restare sempre informato su quello che succede nel mondo, connetterti con le persone lontano da te e muovere rivoluzione sociali, come ci insegnano i giovani egiziani, che nel 2011 usarono i social network con l’intento di unirsi per poi scendere in piazza a manifestare per far crollare il regime trentennale di Mubarak.

Nonostante quest’anno il world wide web abbia compiuto 25 anni, in Italia, ne dimostra quasi il triplo, perché si, internet oggigiorno nel nostro paese, non è un paese per giovani.

Non è un paese per giovani perché spopolano buffoni che scrivono bufale su bufale, perfomentare odio, leggende e paure nelle menti di chi, stoltamente, prende per oro colato ogni frase scritta sul web, senza mai controllare le fonti o, più spesso, senza nemmeno leggere gli articoli interi, ma leggendo solamente i titoli accattivanti, e molto spesso fuorvianti, di giornalisti e giornali che non meriterebbero nemmeno scrivere le barzellette sui Cuccioloni; perché non è possibile leggere nel 2014 titoli come “ Basta scie chimiche, rivogliamo il nostro cielo!”, ma magari si potessero controllare le menti e evitare di far scrivere certe cose.

Non è possibile leggere inoltre, dei giovani che non sono mai stati così violenti, esibizionisti, trasgressivi o quant’altro, perché i ragazzi che fanno a botte o le minorenni che mostrano troppo di se, sono sempre esistiti, solamente non avevano la visibilità che avevano cinquant’anni fa e le notizie non viaggiavano così veloci.

Perfino Facebook, ottimo strumento per conoscere e restare in contatto con più persone, è diventato la digitalizzazione della piazza del paese, dove tutti si fanno gli affari degli altri,non per esserne felici o giusto per curiosità, ma per criticare e sentirsi superiori. La piazza  di un paese dove i guardoni spiano dalla finestra le ragazzine che passano, dove gli assidui frequentatori del bar raccontano notizie inventate di sana pianta e dove, gli anziani, dicono che ai loro tempi non era così.

Se potessi fare un appello ai giovani come me o a chi, ha ancora la mente giovane, chiederei di lottare per internet, di non passare oltre le bestemmie giornaliste che si leggono continuamente, ma di denunciare, di correggere e criticare l’informazione da quattro soldi.

Di mostrare le cose vere che accadono nel mondo, che siano belle o brutte, e non solo “ Il video che sta commuovendo il Web”. Di mostrare che dietro ogni ragazzo che spreca la sua adolescenza tra risse e alcol, ce ne sono cento che ogni notte si attardano nelle biblioteche per studiare, che progettano, purtroppo, di scappare dal nostro paese per andare a cercare un futuro migliore, perché la nostra più grande preoccupazione, non è quella di non avere il posto fisso o il partire per lavorare, ma quella di essere a conoscenza di non avere la minima idea di quando raggiungeremo la stabilità economica per poter creare una famiglia ed avere quindi un figlio.

Mostriamo come il web può essere usato per mettere assieme idee, per far nascere e trovare fondi per progetti innovativi, per unire e per aiutare, per conoscere e far conoscere, perché su internet, lo spazio per scrivere cose intelligenti, non finisce mai.

S. Ruggiu

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