E’ uscito da qualche settimana il libro del coach Antonio Palmas, dedicato al mondo della pallacanestro. Sciradì ne ha approfittato per intervistarlo.
– Dopo “Capire un’impresa non è un’impresa”, arriva un altro tuo libro che affronta le tematiche del basket, immagino una passione che tu coltivi da tempo, vero?
Seguo il basket praticamente da quando sono nato. Lo adoro. Dopo aver visto migliaia di partite nella mia vita mi sono reso conto che il basket moderno è all’avanguardia nello studio delle variabili tecniche, tattiche e atletiche che concorrono a determinare il risultato finale di una partita. Mi sono però reso conto anche che tanti passi in avanti possono ancora essere compiuti nello studio di altre variabili che incidono sul risultato finale: le variabili mentali ed energetiche. Avendo dedicato tutta la mia vita allo studio di tali variabili, in questo libro ho effettuato una sistematizzazione e una sintesi, con l’obiettivo di mettere al servizio del basket moderno in modo semplice e pratico approcci sconosciuti ai più, da me appresi in tanti anni di formazione e lavoro in Europa e negli Usa.
– Chi potrebbe essere interessato a Time In?
Il libro è rivolto in primis ad allenatori, preparatori e giocatori di un team, ma l’approccio descritto può essere utilizzato da qualunque atleta per raggiungere un’alta prestazione sportiva o da qualunque persona che punti in alto. Gli aspetti mentali ed energetici sono decisivi per il raggiungimento di un grande sogno, trascurarli riduce assai le chances di successo, coltivarli con metodo crea le condizioni per sfruttare il 100% del proprio potenziale.
– Introduciamo un termine molto in uso negli ultimi anni, il ‘mental coach’, come lo presenteresti?
Il mental coach è colui che si occupa appunto dell’allenamento mentale degli atleti, con l’obiettivo di metterli nelle condizioni di valorizzare al massimo il proprio potenziale. Una tale figura è oggi ancora poco diffusa nel mondo del basket moderno, forse perchè si teme che il coach possa invadere lo spazio dell’allenatore, quando invece la realtà è proprio opposta: il coach non si sostituisce all’allenatore, che è e rimane l’unica autorità in ambito tecnico, semplicemente crea le condizioni affinchè la squadra e gli individui valorizzino il proprio potenziale e raggiungano gli obiettivi che LORO (non il coach) scelgono di raggiungere.
– C’è qualcosa, un segreto, una strategia, che può aiutare gli atleti a migliorare le performance sul campo?
Esiste uno strumento potentissimo che può aiutare enormemente gli atleti a trovare i giusti equilibri energetici: il respiro. All’analisi del respiro e delle sue implicazioni ho dedicato una parte importante del libro. Imparare a respirare anche solo 5 minuti al giorno con una modalità precisa può consentire a chiunque, gratuitamente e per sempre, di essere padrone dei propri stati d’animo.
– Sardegna, terra di basket, con la Dinamo: come vedi l’exploit sassarese e come lo coniughi con i contenuti del libro?
In Sardegna abbiamo una squadra fantastica, la Dinamo Sassari, che è stata capace di risvegliare un basket sardo un pò sonnolento. La Dinamo è una squadra che gioca con una precisa identità tattica, con un impianto di gioco ben definito e oliato, che preferisce il gioco arioso e spumeggiante al gioco fisico e scorbutico. È una squadra che fa divertire tantissimo, che qualche volta pecca di mancanza di intensità difensiva. Per usare la terminologia del mio modello, ogni tanto perde il contatto con la solidità dei chakra bassi. Nel libro illustro cosa fare per coniugare logica e divertimento, passione e razionalità, scienza e magia, con l’obiettivo di mettere un team nella condizione ideale per essere vincente.
Sito ufficiale www.antoniopalmas.it
Nicola Montisci