Alberto Garau, il basket che non vuole essere più un’Isola

A tu per tu con uno dei giovani che in questi anni più hanno mosso con passione l’ambiente del basket isolano. Dal sito Isolabasket fino alla candidatura alla Fip regionale

– Ciao Alberto, partiamo dal passato, dal nome che ha fatto storia, come è nata l’idea del sito Isolabasket? raccontaci un po’ la storia e lo stato dell’arte oggi.
Il “marchio” IsolaBasket nasce tra il 1998 e il ’99, da un’idea mia e di Simone Paini, come titolo di una trasmissione radiofonica che per alcuni anni è andata in onda sulla frequenza di 104,6 di Radio Bonaria. In quei tempi, tranne il sito della Dinamo e un portale sul basket femminile isolano curato dall’allenatore Gianluca Molinaris, non c’era altro. E così, per colmare questo vuoto, decisi di creare uno spazio su internet dedicato a tutta la pallacanestro isolana, attraverso un semplice e rustico guestbook. Nel 2001, anno del registrazione del dominio, viene lanciata la prima versione di IsolaBasket.it realizzata dalla Newtec 2000 di Antonello Franzil, ex presidente del C.I.A. di Sassari e attuale dirigente responsabile del Tavoni Sassari. IB diventa in breve tempo popolarissimo tra i baskettari sardi. Allora potevo contare anche sulla collaborazione del Comitato Regionale della Fip.

– E poi diventò testata giornalistica, qualcosa di più
Esatto! Nel 2009 da semplice sito d’informazione, IB diventa una vera e propria Testata Giornalistica. Il primo Direttore è il marrubiese Giacomo Pala, collaboratore de “L’Unione Sarda”. L’anno dopo, il timone del giornale passa nelle mani del cagliaritano Mauro Farris, penna de “La Nuova Sardegna” che resta in carica fino al 14 ottobre del 2014, quando gli subentra la pubblicista sassarese Erika Gallizzi. Dal ’98 ad oggi è stata una continua crescita personale, quindi nel tempo sono cambiati anche i contenuti. Se prima, per dire, trattavamo anche l’NBA e campionati anche non nostrani, oggi, invece puntiamo su altri tipi di contenuti che vanno dalle storie dei protagonisti del presente
e del passato, all’approfondimento di una particolare vicenda fino all’intervista, piuttosto che il tabellino che si può’ trovare anche su facebook, e lo facciamo cercando comunque di raccontare ai nostri lettori tutto quello che succede di bello e di meno bello nel nostro piccolo e variegato mondo a spicchi.

– Eccoci ai giorni nostri: come vedi il mondo del basket e il basket sardo?
Il movimento, in generale, non sprizza certo di un’ottima salute. La crisi, che non è solo di tipo economica, sta investendo tutto il paese. In Sardegna, ma anche in altre regioni, si sta trascurando il settore giovanile e spesso si tende a concentrare tutti gli sforzi sulle prime squadre, che in alcuni casi sono composte da diversi atleti che hanno superato le trenta primavere.

– Tutto questo tempo, questa esperienza e questa passione, ed oggi stai per fare il grande passo: candidarti al ruolo di presidente regionale. Quali i motivi che ti portano a scendere in campo?
Sono ormai 14 anni che dedico il mio tempo libero ad informare quotidianamente gli appassionati su ciò che accade sui campi di pallacanestro. Adesso le vesti di semplice osservatore mi stanno un po’ strette, ci tengo a dare il mio contributo al movimento anche dal punto di vista operativo. Credo che dopo 13 anni, sia fisiologico attuare un cambiamento di idee e persone ai vertici del basket isolano. Al presidente Perra va dato il merito di aver organizzato dei grandi eventi di richiamo internazionale, che hanno dato lustro alla Sardegna, ma ha trascurato tutto il resto, offrendo alle società un servizio scadente e inadeguato. Ho un unico interesse ed è quello di far crescere il movimento soprattutto dal punto di vista qualitativo.

– Quali sono le proposte operative per migliorarlo?
Le società, sono come dei clienti di un negozio, e come tali, devono essere servite e riveriti. Occorre quindi innanzitutto garantire il regolare svolgimento dei campionati, assicurando la presenza degli arbitri alle partite, e ciò non avviene sempre. Curerei meglio l’aspetto della tempistica nella comunicazione con le società stesse. Per fare un esempio, le formule di svolgimento, assieme ai calendari, devono essere comunicate prima dell’inizio della stagione e non durante. Esempi come questo, ne posso fare a bizzeffe.
Incentiverei, come Comitato, attraverso i progetti scolastici e campagne mediatiche a costi bassi, il reclutamento di tutte le componenti, quindi degli atleti, degli arbitri e ufficiali di campo e dei dirigenti. Darei un’occhio di riguardo al basket femminile che sta affrondando un periodo abbastanza delicato.
Proporrei una serie di iniziative low cost, per coinvolgere in prima persona gli addetti ai lavori che spesso vestono i panni di spettatori paganti. Per risollevare le sorti del nostro beneamato sport, ritengo che sia necessario fare un bagno di umiltà e ripartire dalla base, quindi dai giovani. La mia gestione, mi piace sottolinearlo, opererebbe all’insegna della trasparenza e con assoluta imparzialità, come giusto che sia nel pieno rispetto del lavoro svolto da tutte le realtà cestistiche.

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