Il campionato italiano di beach volley fa tappa in Sardegna a San Teodoro. L’associazione cagliaritana Manofuori ne curerà l’organizzazione. Scopriamo con il suo responsabile Pierpaolo Murgioni qualcosa di più di questa disciplina.
– Per chi non conoscesse, cosa è Manofuori.it?
Manofuori e’ nato come una presa in giro ai miei amici che giocavano a pallavolo. “Sei così basso che puoi fare solo Manofuori!”, da qui il nome di una pagina dove venivano inserite piccolo cronache delle partite degli amici… Solo che poi gli amici sono diventati tanti ed è nato un vero e proprio sito, e poi come spesso accade, da protagonisti passivi abbiamo formato una società che si occupa di organizzare eventi sportivi.
– Il beach volley, ci racconti in un minuto come si gioca?
Il beach volley puro si gioca 2 contro 2, sulla sabbia e ormai è uno sport che si è sdoganato dalla pallavolo indoor. È’ uno sport che combina il forte agonismo all’atmosfera della festa e dello stare bene insieme agli altri. In poche parole però il beach volley e’ l’estate: sole, mare, divertimento.
– Quali opportunità può dare il beach volley alla Sardegna e quali problemi si trovano per praticarlo?
Opportunità sia sportive che economiche inimmaginabili e c’è purtroppo i nostri politici non supportano.
Da altre parti i raduni sportivi portano nelle città decine di migliaia di turisti sportivi, una fetta del mercato che in sardegna sfruttiamo forse all’1% nonostante una potenzialità nettamente superiore ad altre regioni.
Dal punto di vista sportivo e’ più facile mettere assieme di giocatori di beach forti che un’intera squadra di pallavolo. Dovremmo seguire il modello svizzero, non hanno abbastanza campioni per una forte nazionale indoor, ma hanno almeno 3-4 coppie di beach fortissime.
– Come mai a Cagliari si è visto fino ad oggi poco beach volley?
A Cagliari e in Sardegna in genere c’è poco beach volley per una situazione assurda causata da un legislatore miope che con tre righe della legge di indirizzo per la formazione del P.U.L. di fatto blocca un intero settore di forte impatto turistico sportivo come gli sport sulla sabbia.
In queste tre righe si dice che: si possono avere concessioni della durata massima di 20 giorni e solo per eventi specifici. Quindi non si possono avere concessioni perlomeno stagionali che consentano di programmare attività in anticipo e organizzare camp con persone provenienti da tutta europa. La seconda riga: le autorizzazioni temporanee costano quasi 500 euro ogni 20 giorni (più che affittare un negozio!!!) e dopo i 20 giorni si deve smontare tutto, richiedere altra concessione e rimontare è così ogni volta. La terza: si può avere uno spazio massimo di 500 mq a pena di dover richiedere un’assicurazione per danni ambientali che costa dai 6 ai 10mila euro.
In pratica queste tre righe impediscono di fare attività come nel resto d’italia dove invece i comuni stessi incentivano e finanziano le società per organizzare eventi e camp.
Qui funziona tutto al contrario. Infatti nel resto d’Italia riempiono città e alberghi di turisti sportivi, noi possiamo offrire al massimo una corsetta a bordo saline, ma niente beach volley
– Parliamo della tappa italiana del Campionato, si conferma la Cinta, come mai questa location?
Perché è sardegna come location naturalistica ma non è sardegna come disponibilità a partecipare ad un progetto che porta benefici a tutti, organizzatori e sponsor.
Abbiamo iniziato nel 2007 con un torneo regionale e siamo cresciuti fino al campionato italiano, e ora al terzo anno e’ considerato il torneo più bello di tutto il tour nazionale. Un risultato ottenuto grazie a tutte le persone che ci hanno creduto dal primo giorno, primi fra tutti gli amici del beachbar
– Cosa succederà in quei giorni?
Una bolgia di beach volley. Il 15 e 16 luglio riscaldiamo i motori con il torneo regionale, che in realtà è un serie beach 2 nazionale e quindi il livello sara’ già molto alto. Il 17 inizia ufficialmente la tappa nazionale con il torneo di qualificazione ad eliminazione diretta da cui entreranno nel tabellone principale di sabato e domenica sei squadre che si uniranno alle restanti dieci già qualificate in base al ranking nazionale
– Gli obiettivi di questo evento?
Principalmente offrire alla Sardegna e a San Teodoro uno spettacolo unico, un evento indimenticabile per l’atmosfera che si respira. Chi viene a giocare a san teodoro vuole vincere, perché vincere a san teodoro e’ come conquistare il titolo di Re della spiaggia. E chi non vuole diventare Re?
Dal punto di vista organizzativo invece il nostro obiettivo è quello di garantire ad aziende sarde di qualità di avere il palcoscenico nazionale d’eccellenza che meritano. Abbiamo fatto anche scelte dolorose pur di favorire la visibilità delle aziende isolane. Siamo sardi e orgogliosi di esserlo anche nella scelta degli sponsor.
– Prossimi progetti e iniziative?
L’altro giorno pensavo “Voglio un lavoro tranquillo alle Poste”, ma poi ho subito cambiato idea. Manofuori e’ un progetto vivo in costante evoluzione. Non posso fermarmi allo status quo. Manofuori non me lo permetterebbe.
Tra i progetti ce n’è uno che coinvolga tantissime persone. Ma non lo dirò ora. Ci piace creare aspettative.
– Tre parole che raccontano il beach volley?
Sole, salute, divertimento
– Come vi possiamo trovare sul web?
www.manofuori.it oppure la pagina FB Manofuori volley Sardegna.
Per seguire invece l’evento di San Teodoro c’è la pagina Campionato Italiano di Beach Volley san teodoro La Cinta