Un anno movimentato per Alberto Migoni, classe ’93, uno dei talenti del Cagliari calcio mandati in giro per l’Italia a farsi le ossa.
Splendidi anni di giovanili nel sodalizio di Cellino, un nome che gira, un talento indiscusso, poi i primi assaggi del calcio “degli adulti”: l’esperienza con il Progetto Sant’Elia, il ritorno in primavera, e quest’anno tanti spostamenti: inizio di stagione sofferto al Savona, un breve periodo a Igea marina e ora alla Torres, di nuovo in Sardegna, serie D.
– Un girovagare continuo, qualche nostalgia di casa?
In questi primi mesi della stagione ho cambiato tre squadre. Sinceramente non pensavo che Cagliari mi potesse mancare tanto e invece stando fuori casa ci sono aspetti positivi e negativi che si riscontrano.
– Cosa hai trovato di positivo?
La libertà del vivere da solo, in una nuova realtà. Mettersi alla prova dal punto di vista sportivo e non solo. Essere indipendente in tutti i sensi anche a livello economico.
– Rovescio della medaglia?
Sei lontano da casa, lontano dalla famiglia e dagli amici che eri abituato a vedere tutti giorni, cambi città stile di vita amici e abitudini. Col tempo ti ci abitui ma all’inizio è difficile…..
– Come ti descrivi come giocatore?
Esterno di centrocampo e dìattacco, ma anche trequartista o seconda punta.
– Il ricordo degli anni Cagliari e un breve racconto di come hai vissuto questa stagione…
Ho fatto tutte le giovanili là e ho ottimi ricordi a parte qualche momento difficile che comunque ho superato e mi ha aiutato a crescere. Poi un anno con la vittoria del campionato d’eccellenza col Sant’elia e dopo un anno di primavera a buoni livelli sono andato prima a Savona dove non ho legato diciamo con l’allenatore e per una serie di motivi sono andato via, poi a Bellaria Igea marina sempre in Lega pro dove per problemi di tesseramento non potevo giocare fino a gennaio. Quindi per non stare fermo ho deciso di tornare in Sardegna alla Torres in serie D dove mi trovo molto bene e siamo messi molto bene in classifica, sperando di tornare nel prossimo futuro tra i professionisti.
– Com’è la vita di un cagliaritano che indossa la maglia di una storica rivale?
A parte qualche battutina iniziale mi hanno accolto benissimo. A livello sportivo la rivalità è storica ma devo pensare al mio bene. Dopo il Cagliari in Sardegna la Torres è la squadra più importante, ed è un’ottima piazza
– Cosa rappresenta il calcio per te?
Il calcio fin da piccolo per me è venuto prima di tutto: prima dello studio, degli amici, delle ragazze. Per andare avanti ho dovuto far tanti sacrifici e andare incontro a tante delusioni.
– Hai un consiglio da dare a chi sogna di far strada?
Se posso permettermi di dare un consiglio agli altri direi principalmente di non arrendersi mai e di cercare di non buttarsi mai giù anche se a volte arrendersi è la strada più facile. Purtroppo i giorni, i mesi storti ci sono per tutti, ma spesso i sacrifici sono ripagati quando meno te lo aspetti.
– Oltre il calcio, com’è la vita di Alberto Migoni?
Studiavo fino all’anno scorso, ed ero iscritto in giurisprudenza poi tra una cosa e l altra ho mollato. Mi sarei voluto iscrivere in economia o scienze motorie quest’anno ma cambiando 3 città diverse alla fine non ci sono riuscito.
– Progetti e sogni?
Ora lottare per tornare tra i professionisti al più presto.
– Una canzone che ti carica prima di una gara?
“Burn it down” dei linkin’ park
Video di Alberto Migoni, alla vigilia di Progetto Sant’Elia-Torres http://www.youtube.com/watch?v=NgYYH8HipH4