A Casteddu è ufficialmente esplosa la padelmania!

È inutile negarlo, siamo onesti con noi stessi: le mode ci piacciono. Siamo Casteddai, nel profondo dell’anima; siamo generosi e solari, ma anche permalosi, vanitosi e, soprattutto, CURIOSI. Se c’è una novità che gironzola per la città, lottiamo con le unghie e con i denti per gustarcela in prima fila.

Insomma, un noto attore milanese ormai scomparso, che dell’essere sempre in pole position ne ha fatto il suo stile di vita, qui a Casteddu l’abbiamo emulato alla perfezione. Non è rimasto immune, a questa curiosità, quello sport nato oltreoceano, precisamente in Argentina, che è giunto nel bel paese e nella città del sole con un volo diretto da Buenos Aires, e senza risentire di alcun effetto jet-lag, si è insediato tra noi, scatenando la vena curiosistica-sportiva del Casteddaio vero.

Una moda stavolta bella e divertente, che come direbbe l’inarrivabile Nico Bortis “ci fa bene e non male”, e che sembra non stufare davvero mai, tanto da meritarsi il conio di un nuovo hashtag esclusivamente dedicato; È ufficialmente nata la padelmania.

A portarlo nella città del sole è stato un volto assai noto ai frequentatori dei palazzetti di calcio a 5. Un giocatore fantastico che ha incantato le tribune isolane e Italiane a suon di giocate da autentico fuoriclasse, che ha indossato la gloriosa casacca dell’Albiceleste in quel Mondiale targato Guatemala2000 e che, avendo incarnato perfettamente lo spirito del Sardo, ha deciso di stravolgere tutto, appendere al chiodo gli scarpini da parquet e dedicarsi unicamente allo sviluppo di questo nuovo e misterioso sport nella nostra isola. Insomma, l’ha toccata piano, proprio come faceva in campo : ladies and gentleman, he is Mariano Tallaferro.

Questa avventura comincia al TC Cagliari, storico centro d’èlite del Tennis del capoluogo, che accoglie questa entusiasmante sfida e genera, in brevissimo tempo, una potenza di fuoco di adesioni ( attru chi sa potenza de Beppi Conte).

La voce circola, gli appassionati vengono fuori come funghi e un campo solo non basta più. Troppe richieste per un solo campo, e quelle vecchie volpi di ossigeno e Ferrini, che in quanto a eventi sportivi e parcheggiamenti di bambini (Dio li benedica) a colpi di campi estivi e scuole calcio potrebbero tenere i master all’universita, fiutano l’affare del decennio, mettendo su la bellezza di sette campi, per dar modo alla gente di cimentarsi nell’ennesima esperienza sportivo-agonistica della propria vita.

Ciò che differenzia il padel dalle mode passeggere che hanno investito i cagliaritani negli anni, è il fatto che questa moda sia diventata appunto una mania. Un nuovo business, accessibile a tutti e che vede una forbice sempre più ampia nell’età dei partecipanti. Si comincia dai più piccoli, con vere e proprie scuole di padel, fino ai settantenni che ancora hanno forza ed energie da spendere e che hanno trovato in questo semplice sport, un valido alleato contro il tempo che avanza inesorabile. L’ha capito anche l’Himalaja, storico centro sportivo adiacente allo splendido polo medico commerciale “i mulini”, che ha ricavato un campetto da mettere a disposizione dei propri associati e non. Non potevano stare alla finestra e guardare, i proprietari del centro sportivo “Verderame”, che nell’altro centro sportivo in gestione, quello di Bonaria, hanno tirato su altri tre campi.

La richiesta è tanta e comincia a bussare alle porte anche in provincia, fuori dal Capoluogo, ed è cosi che partecipano al ballo del Padel anche l’Easy Sporting club di Capoterra e il Tennis club Decimomannu, che nelle loro splendide strutture allestiscono rispettivamente Due campi e uno. Arriviamo così all’ultimo centro sportivo, sito in Selargius e adiacente alla famigerata statale 554, fresco fresco di inaugurazione; sono i campi della neonata società sportiva Vibora, che ha tirato su in pochi mesi tre fantastici campi, tutti di colori diversi. Una scelta mirata, quella del fondatore Stefano Gallus, di portare il Padel fuori dal comune di Cagliari e portarlo dunque dall’altra parte della provincia, per allargare ulteriormente la cernita dei partecipanti a questa disciplina, promuoverlo nei bambini delle cittadine limitrofe e aumentare ancor di più il numero di impianti messi a disposizione.
Nonostante il proliferarsi delle strutture, trovare un campo libero sta diventando sempre più difficile. Vuoi per gli effetti della segregazione forzata imposta dal lockdown, vuoi perchè la gente cavalca l’onda che manco quel fustaccio di Francisco Porcella, la Padelmania procede dritta e spedita verso una vera e propria esplosione, in grado di investire anche gli sportivi più restii e più scettici.

Insomma, la fetta di Casteddai rosiconi sembra dovrà attendere parecchio prima di vedere questa moda svanire nel nulla. D’altro canto, non è ancora tramontata quella del reggaeton, perché mai dovrebbe tramontare una e vera e propria mania? E allora fate così, prendete in mano il vostro smartphone da 4000€, chiudete Tik Tok e Instagram, aprite l’applicazione PUC “prenota un campo”, raccatate tre amici e ammollaisinci! Lunga vita al Padel!

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